Tecniche per l’irrigazione dei campi, e la riproduzione delle piante.

La disponibilità di acqua influenza il tipo di coltivazione che il contadino può realizzare sul suo terreno: ove l’acqua sia scarsamente disponibile bisogna scegliere colture di piante che vivano anche con scarsa irrigazione. D’altra parte l’agricoltore può attuare una gestione virtuosa delle riserve d’acqua in modo da ottimizzare lo sfruttamento del terreno.

I sistemi di irrigazione sono diversi e variano per colture arboree/erbacee. I sistemi di irrigazione sono i seguenti:

 

Il più diffuso è quello “per aspersione” che si ottiene irrorando l’acqua “a pioggia” sulle piante, in modo uniforme.

irrigazione con scorrimento superficiale: è utilizzata su terreni pianeggianti ed utilizza una ramificazione di canali e canalette con cui l’acqua viene portata fino alle piante.

 

irrigazione per immersione: è usata per colture tipo il riso che richiedono acqua abbondante, i terreni vengono sommersi con acqua realizzando appositi argini e canali. sub – irrigazione: si realizzano condotte, eventualmente interrate, munite di gocciolatori, cioè forellini da cui l’acqua esce per gocce.

 

irrigazione per infiltrazione: si realizzano dei solchi tra le piante attraverso cui viene fatta scorrere l’acqua, che si infiltra nel terreno sino alle radici delle piante.

 

 

 

 Riproduzione e moltiplicazione delle piante.

La riproduzione delle piante in altri esemplari può avvenire in 2 modi: sessuata ed asessuata (moltiplicazione). Nel primo caso la pianta da origine ad un “seme” che è un embrione della futura pianta, nel secondo la pianta da origine ad un esemplare copia di sé stessa detta “clone”, simile alla originale per forma, dimensione, periodo di maturazione ecc.

Alcune piante erbacee utilizzano la riproduzione asessuata (moltiplicazione) attraverso appositi organi: lo stolone, il rizoma, il tubero, il bulbo.

 Stolone: rametto che striscia sul terreno e sviluppa delle radici, da cui una nuova pianta (fragola).

 

 

Rizoma: rametto interrato da cui nascono altre gemme che diventeranno nuove piante.

 

 

Tubero: serve alla pianta ad accumulare sostanze nutritive ma da esso si originano anche nuove gemme da cui nuove piante.

 

 

Bulbo: è un ingrossamento alla base della pianta da cui però essa ricresce dopo l’inverno.

 

Per le piante arboree la moltiplicazione è più rara per cui l’uomo l’ha sviluppata nel tempo con diverse tecniche:

Talea: si tratta di tagliare un ramo della pianta e poi metterlo a dimora nel terreno. Alcune piante arboree e nelle giuste condizioni riescono a sviluppare un apparato radicale ed a dare origine ad una nuova pianta. È molto stressante per la pianta. Margotta ad archetto (per propaggine): si tratta di ottenere le radici dai rametti prima di tagliarli dalla pianta madre, in tal modo si evita lo stress della talea. Quella ad archetto o propaggine consiste nel piegare un rametto fino ad inserirlo nel terreno ed aspettare che emetta radici.
Margotta.

 

 

Margotta per ceppaia: si tagliano i rametti della pianta madre che così emette una serie di gemme nuove, se queste sono rincalzate con il terreno, sotto avremo delle radici ed i rametti potranno essere tagliati e messi a dimora.

 

 

Innesto: è una tecnica antica che consiste nel “unire” due piante in una unica. Lo scopo è avere due tipi di frutti su una stessa pianta oppure migliorare le caratteristiche della precedente.

  • Portainnesto: è la pianta originale, quella con le radici.
  • Nesto: pianta inserita nella precedente che sviluppa la parte superiore.

 

Modi di innestare:

A gemma: il nesto è una gemma tagliata da una pianta (scudetto) e inserita nella corteccia della “portainnesto”, dove si pratica un intaglio. A marza: il nesto è un rametto ben lignificato che possiede già un paio o più gemme, detto appunto “marza”. Una o più marze vengono inserite nel portainnesto spaccandolo opportunamente e poi fissando il tutto. La pece può proteggere l’innesto da insetti e funghi.