Guglielmo Marconi fu un inventore studioso di fisica e della trasmissione radio a grande distanza. Nato nel 1874 ai sui tempi non c’era modo di comunicare a grande distanza se non con fili elettrici difficili da collocare. Marconi fu uno studioso autodidatta delle onde elettromagnetiche, nelle stanze della sua villa aveva allestito un laboratorio con cui sperimentava la trasmissione wireless. Un giorno nel suo laboratorio, da ragazzo, fece vedere alla madre come riuscisse a trasmettere un impulso alla distanza di qualche metro e nei mesi successivi riusci a trasmettere a diverse decine di metri all’estremità del giardino della villa ed infine al di là della collina oltre i 100 metri.
Marconi si applicava completamente ai sui esperimenti di laboratorio e trascurava gli studi classici. Cercava in tutti i modi di migliorare le sue scoperte e di costruire antenne sempre più potenti. Dovette tuttavia emigrare in Inghilterra poiché in Italia in pochi volevano investire od aiutarlo nelle sue ricerche. In Inghilterra fece brevettare la sua invenzione e fondò anche una compagnia, fece una serie di esperimenti a distanze sempre superiori giungendo a tramettere a 14 e 18 chilometri. Il 12 dicembre 1901 per la prima volta un segnale radio viene trasmesso attraverso l’Oceano Atlantico: Marconi fece costruire due antenne, una in Cornovaglia (Inghilterra) ove crea un grande trasmettitore la cui antenna di 130 metri è costituita da 60 fili tesi a ventaglio tra due piloni alti 49 metri e distanti fra di loro 61, l’altra nell’isola di Terranova, in Canada – America e diede ordine di trasmettere la lettera “S” in codice Morse (tre punti) ogni giorno alla stessa ore ed il 12 dicembre del 1901 riuscì ad ascoltare per la prima volta la trasmissione a 3000 km di distanza.

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Il trasmettitore di G. Marconi è essenzialmente costituito da un trasformatore di alta tensione (si usava il “rocchetto di Ruhmkorf“) che fornisce circa 20.000 Volt tra due puntali metallici ogniqualvolta viene applicata una tensione di 12Volt (batteria), mediante la chiusura di un interruttore, il tasto telegrafico. L’alta tensione prodotta alla chiusura del tasto, fa scoccare una scintilla tra i due puntali metallici. La scintilla che viene prodotta è un’onda elettromagnetica che può essere irradiata nell’etere per una distanza che dipende da quanto è potente la scintilla stessa; questo segnale può essere breve (punto) oppure lungo (linea). Il ricevitore è basato sul principio di funzionamento di particolare componente chiamato “coherer”. Esso è una specie di interruttore rudimentale formato da un tubetto di vetro contenente due elettrodi e della limatura di ferro. Quando arriva un’onda elettromagnetica la limatura di ferro si sposta a causa del magnetismo e va a chiudere il circuito.

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